La cisti pilonidale sacrococcigea è dovuta alla presenza, quasi sempre in sede presacrale o precoccigea, di cisti contenenti peli, ritenuti in profondità a ridosso della fascia periossea. Pur risultando a volte presente, anche se silente, da anni, si manifesta spesso in età giovanile quando sopravviene un processo infettivo di questa formazione. I normali batteri cutanei sono infatti in grado di arrivare al tessuto della cisti, e provocare un’infezione.
I sintomi saranno allora quelli di un ascesso, con comparsa di una tumefazione arrossata e dolente a livello presacrale/precoccigeo. A volte l’ascesso si sviluppa in sede bassa, vicino all’ano, ma a differenza da ascessi e fistole anali non origina mai dal canale anale, che non viene interessato dalla patologia.
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La chirurgia ambulatoriale è la condizione clinica, organizzativa ed amministrativa che consente, in anestesia locale o in analgesia, l’effettuazione di interventi chirurgici o procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e seminvasive erogabili, senza ricovero, in studi medici, ambulatori o ambulatori protetti. Molti piccoli interventi si possono infatti eseguire senza che sia necessario il ricovero del paziente: anzi, negli interventi ambulatoriali per definizione il soggetto, a fine intervento, può essere rimandato direttamente a casa. Solo in pochi casi può essere necessario attendere 30 - 60 minuti per le dimissioni.
La piccola chirurgia ambulatoriale prevede attività chirurgiche mininvasive, erogabili in ambulatorio, che non necessitano, in linea di massima, di esami di laboratorio o strumentali: sarà cura del Chirurgo richiederli, se necessario, in base al tipo di intervento da eseguire, alle patologie coesistenti, al tipo di paziente, sulla base di situazioni contingenti. Come in uno studio dentistico,, non necessita l’assistenza diretta dell’anestesista, ma è ben sia presente un kit/zaino di rianimazione per affrontare eventuali situazioni di emergenza.
La presenza di calcoli nella colecisti può rimanere silente per anni, oppure dare sintomi più o meno evidenti. Il dolore è il sintomo che più frequentemente è associato a questa situazione. E’ molto importante, in questi casi, capire se il dolore sia solo legato ad un movimento dei calcoli nella colecisti ( colica biliare) oppure se sia dovuto alla infiammazione ed infezione dell’organo (colecistite acuta).
La calcolosi della colecisti colpisce prevalentemente il sesso femminile, con rapporto 3:1 rispetto ai maschi, con incidenza massima intorno ai 50-60 anni di età. Alcune cause predisponenti l’insorgenza di calcolosi biliare sono l’ereditarietà, l’obesità e le gravidanze (il particolare assetto ormonale favorisce il deposito dei componenti di calcoli).
Ricordiamo che la formazione di calcoli avviene nella colecisti perché è in quest’organo che viene immagazzinata e concentrata la bile prodotta dal fegato. Durante il riassorbimento dell’acqua che avviene a questo livello, i sali contenuti in soluzione nella bile vengono concentrati finchè non iniziano a depositarsi ed a formare dei cristalli, soprattutto in presenza di detriti (cellule sfaldate, batteri…) che fanno da nuclei di cristallizzazione. I microcalcoli così formati tendono poi ad aumentare di volume , diventando sempre più grandi.
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In Italia il tumore del colon-retto rappresenta la patologia oncologica al giorno d’oggi più frequente (14% del totale) Nel sesso maschile si trova al terzo posto, preceduto da prostata e polmone, mentre nel sesso femminile è ormai al secondo posto, preceduto dal tumore alla mammella. La neoplasia colorettale rappresenta inoltrela seconda causa di morte oncologica sia per gli uomini che per le donne, rispettivamente con il 10% nei maschi, 12% nelle femmine
In Piemonte (dai dati del Registro Tumori Piemonte – www.cpo.it) le stime attuali indicano che il numero medio annuo di nuovi tumori è di più di 2.100 casi negli uomini e più di 1.850 nelle donne, con un numero medio di decessi all’anno è di oltre 880 negli uomini e oltre 770 nelle donne.
Negli anni si è osservato un moderato aumento dell’incidenza ed una moderata diminuzione della mortalità: ciò pare ragionevolmente attribuibile ai miglioramenti dei risultati terapeutici resi possibili sia dall’evoluzione di chirurgia e trattamento oncologico, sia dalla diagnosi precoce.
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