decorso postoperatorio emorroidi

Arrivati al punto di dover essere sottoposti ad intervento chirurgico per le emorroidi, cosa bisogna aspettarsi e cosa bisogna sapere sul decorso post operatorio? Ovviamente, l’intervento viene fatto in anestesia, quindi la maggior preoccupazione da parte del paziente è su come saranno i giorni seguenti.
Il tipo di trattamento condiziona fortemente il decorso post operatorio.

Intervento classico

Vediamo quindi per prima cosa che cosa aspettarsi quando l’intervento viene condotto in maniera tradizionale, secondo le tecniche diPhillips o di Milligan-Morgan, che prevedono l’asportazione di una certa parte di tessuto a livello anale.

Quando si opera con queste tecniche, si asporta il tessuto emorroidario patologico, lasciando ampi ponti mucosi tra una ferita e l’altra. Le ferite devono necessariamente guarire cicatrizzando lentamente, il che può richiedere 40 - 60 giorni di tempo.

Controllo del dolore

dolore post operatorio

Nei primi giorni, il problema più grosso è dato dal dolore, che può essere particolarmente fastidioso al momento della defecazione. E’ quindi importante ricorrere all’utilizzo sistematico di farmaci per ridurre il dolore e l’infiammazione. Questi non vanno presi soltanto in occasione di crisi dolorose particolarmente importanti, ma è indispensabile un’assunzione continua, a dosaggi e tempi ben precisi, che permette di bloccare sul nascere l’insorgere del dolore.

Viene solitamente impostata una terapia che prevede l’assunzione di più farmaci: si associano solitamente un antidolorifico puro ed un farmaco ad azione antidolorifica e antinfiammatoria. Nella maggior parte dei casi, con questa associazione si riesce a risolvere in maniera soddisfacente il problema.

Localmente, può essere applicata una crema anestetica, anche più volte al giorno.

Evitare la stipsi

capsule fibre per consistenza delle feci

E’ estremamente importante, specialmente nei primi giorni, tenere le feci morbide, al fine di evitare uno stimolo troppo importante al momento della defecazione. Un grosso errore è quello di ridurre drasticamente l’alimentazione, nel tentativo di rimandare il più possibile l’atto defecatorio. In questo modo, si ottiene solamente di avere le feci più dure e più difficili da espellere.
E’ quindi importante una dieta ricca di acqua, frutta e verdura. Quasi sempre è necessario ricorrere all’assunzione di integratori di fibre, provvedendo ad idratarle adeguatamente con l’assunzione di abbondante acqua. Lo scopo è proprio quello di mantenere le feci morbide, causando minore trauma al momento della loro fuoriuscita. In casi particolari, può essere necessario assumere sostanze a base di olio di vaselina, per favorire l’espulsione delle feci.

Igiene locale

Per facilitare la guarigione delle ferite è opportuno tenere la parte estremamente pulita e il più possibile asciutta.

Si possono usare sostanze detergenti leggermente disinfettanti, quali l’Amuchina, che però a lungo andare possono irritare in maniera importante la zona anale e perianale. È bene quindi utilizzare queste sostanze soltanto quando le secrezioni sono più abbondanti, ad esempio al mattino o dopo la defecazione.

Per l’igiene quotidiana, che va ripetuta diverse volte durante la giornata, invece opportuno utilizzare dei saponi delicati, appositamente concepiti per rispettare il più possibile la pelle già danneggiata. Ancora, poiché le ferite tendono a dare una continua secrezione di siero, è bene tenere la parte asciutta utilizzando piccole garze di cotone, che vanno cambiate frequentemente durante la giornata

Nei primi tempi, è abbastanza frequente osservare piccole perdite di sangue che provengono dal tessuto cruentato. Il sanguinamento tende normalmente a cessare in maniera spontanea, ma può essere d’aiuto eseguire lavaggi freddi o impacchi con garze opportunamente bagnate con acqua e ghiaccio. È sempre da tener presente, sopratutto nella prima settimana, il rischio di un sanguinamento più cospicuo. In questo caso è bene avvisare il chirurgo di riferimento ed eseguire al più presto un controllo.

Ancora, soprattutto nei primi giorni dopo l’intervento, può essere presente una antipatica sensazione di urgenza nell’espulsione delle feci, che qualche volta si può confondere con una forma di incontinenza. La muscolatura non viene solitamente toccata durante l’intervento: quello che invece succede è che appena le feci arrivano a contatto della parte interna delle ferite ancora aperte, lo stimolo alla loro espulsione è immediato e particolarmente intenso, tale da dover ricorrere molto rapidamente l’utilizzo dei servizi. Questo sintomo migliora rapidamente con la guarigione delle ferite, fino a sparire dopo 2 - 3 settimane

Passata la prima settimana, il decorso va rapidamente migliorando

Il dolore durante la giornata diventa sopportabile e tende a sparire, rimanendo però a volte ancora presente durante e dopo la defecazione: i farmaci antidolorifici vanno quindi ridotti gradualmente, tenendo presente che può essere necessario protrarne l’assunzione ancora per alcuni giorni.
La secrezione sierosa o siero ematica da parte delle ferite si riduce rapidamente, anche se continua a essere buona norma tenere la parte asciutta con l’utilizzo delle garze e proseguire con un’igiene locale particolarmente attenta..

Un evento non raro, che va attentamente ricercato e prontamente corretto, è l’insorgenza di uno spasmo muscolare sfinterico, causato dalla presenza delle ferite. In questi casi, il dolore permane durante la giornata e la contrazione sfinterica può portare le ferite a guarire creando una certa stenosi del canale anale.

Se al controllo dopo 20 – 30 giorni si rileva questo problema, lo si può facilmente risolvere in questa fase con l’utilizzo a domicilio di opportuni dilatatori. Si tratta di utilizzare dei piccoli coni di plastica, che vanno inseriti per circa 10-15 minuti a livello anale con un’apposita crema anestetica lubrificante, al fine di creare un vero e proprio stretching delle fibre muscolari. La conseguenza è che queste rimarranno detese e più morbide, riducendo immediatamente il dolore e permettendo la guarigione delle ferite conuna buona elasticità del canale anale.

Prolassectomia ed emorroidopessi secondo Longo

Con questo tipo di tecnica, la suturatrice porta via un anello di tessuto circolare, completamente interno al canale anale, riposizionando verso l’alto il tessuto emorroidario.

Grazie a questo tipo di lifting non si creano solitamente ferite aperte verso l’esterno, per cui il decorso rimane quasi sempre facilitato.

Il dolore è solitamente meno intenso, anche se la cucitrice può talvolta comprendere nella sezione alcune fibre muscolari profonde, creando ugualmente un certo spasmo sfinterico. Ancora, può essere necessario posizionare alcuni punti di sutura manuali al termine dell’intervento per ottenere una buona emostasi: in questa zona il tessuto può essere quindi particolarmente stimolato e creare uno stimolo doloroso più importante.

Anche con questa tecnica, quindi, è opportuno ricorrere nei primi giorni all’assunzione di adeguata terapia antidolorifica. Altrettanto importante è il mantenere le feci morbide per favorire l’espulsione senza stimolare troppo la zona interessata dall’intervento. Non essendoci ferite aperte, l’igiene locale risulta più semplice e le secrezione sono sempre molto scarse.

Interventi di dearterializzazione HELP O THD

Se l’intervento consiste nella pura dearterializzazione sotto guida Doppler del plesso emorroidario, il decorso è effettivamente più semplice: il dolore post operatorio è generalmente basso e la ripresa funzionale e lavorativa decisamente più rapida.

Molto spesso, è necessario correggere anche il prolasso mucoso associato alle emorroidi: in questi casi, le suture interne che vengono effettuate possono dare senso di peso, dolore più intenso, difficoltà ad iniziare l’espulsione delle feci.

Ovviamente, la terapia dovrà comprendere una buona copertura antidolorifica e l’utilizzo di integratori di fibre e farmaci che permettono di tenere le feci particolarmente morbide.

Conclusioni

Gli interventi sulle emorroidi sono sempre fastidiosi. Una certa quota di dolore va messa in conto, ma si può combattere in maniera estremamente efficace con i farmaci a nostra disposizione.

È particolarmente importante regolare l’alvo, in maniera da tenere le feci morbide e favorirne l’espulsione. L’igiene locale va curata in maniera particolare, specialmente dopo intervento condotto con tecnica classica.

E’ estremamente importante effettuare i controlli previsti nel post operatorio, al fine di intervenire rapidamente in caso di complicazioni o decorso non ottimale.

Con queste accortezze, il decorso diventa facilmente gestibile, e con la guarigione si risolve in maniera definitiva un problema che spesso va avanti da anni.

Dott. Stefano Enrico

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