Il trattamento delle neoplasie colorettali è quasi sempre multidisciplinare, e coinvolge essenzialmente la Chirurgia, ma anche l’Oncologia e la Radioterapia. L’obiettivo della Chirurgia consiste nell’asportazione del tratto di organo sede della malattia, insieme al tessuto linfonodale di drenaggio ed alle eventuali metastasi. Ovviamente, più la diagnosi avviene in fasi precoci di malattia, più l’intervento può essere limitato: l’estensione dell’intervento con l’asportazione anche parziale di organi vicini o la rimozione di lesioni secondarie comporta sempre maggiori difficoltà tecniche, maggior invasività e maggior rischio per il paziente.
E’ fondamentale, nelle lesioni avanzate del colon ed in tutti i tumori del retto, l’integrazione del trattamento chirurgico con quello oncologico (Chemioterapia) e radiologico (Radioterapia). Solo così, lavorando in équipe multidisciplinare ed integrando i trattamenti, si può garantire il risultato ottimale per il paziente. La discussione dei casi complessi avviene in GIC (Gruppo Interdisciplinare Cure), e l’intero trattamento viene pianificato nelle singole fasi, di competenza dei diversi specialisti.
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In Italia il tumore del colon-retto rappresenta la patologia oncologica al giorno d’oggi più frequente (14% del totale) Nel sesso maschile si trova al terzo posto, preceduto da prostata e polmone, mentre nel sesso femminile è ormai al secondo posto, preceduto dal tumore alla mammella. La neoplasia colorettale rappresenta inoltre la seconda causa di morte oncologica sia per gli uomini che per le donne, rispettivamente con il 10% nei maschi, 12% nelle femmine.
Negli anni si è osservato un moderato aumento dell’incidenza ed una moderata diminuzione della mortalità: ciò pare ragionevolmente attribuibile ai miglioramenti dei risultati terapeutici resi possibili sia dall’evoluzione di chirurgia e trattamento oncologico, sia dalla diagnosi precoce.
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L’insorgenza di dolore ai quadranti addominali inferiori, tra la regione inguinale, il pube e la radice della coscia, è una condizione abbastanza frequente, che spesso porta il paziente alla valutazione chirurgica nell’ipotesi della presenza di un’ernia. È accezione comune che il dolore in regione inguinale sia da riferire alla presenza di un’ernia in tale zona. Talvolta l’ernia c’è, ma spesso non è la causa del dolore. Sono invece molte le cause di dolore riferibile alla zona inguinale, a volte molto difficili da differenziare: spesso queste situazioni non hanno nessuna indicazione al trattamento chirurgico, ed anzi a volte un dolore in presenza di ernia può avere tutt’altra causa e non regredire con il trattamento chirurgico di quest’ultima.
Se la preparazione ad un intervento chirurgico, qualsiasi esso sia, è sempre un passo impegnativo e delicato, nella chirurgia del colon, e dell’intestino in genere, è fondamentale per il buon esito dell’intervento. Una preparazione adeguata riduce moltissimo i rischi di complicanze, spesso gravi, riduce la necessità di dover confezionare una stomia, e facilita nettamente la ripresa postoperatoria, in questi interventi sempre difficile e faticosa.
La preparazione all’intervento al colon viene effettuata quindi con lo scopo di ridurre i rischi operatori, rendendo più facile al chirurgo l’intervento e più facile al paziente la ripresa postoperatoria. Il colon è un organo che spesso viene operato per gravi patologie , quali tumori, malattia diverticolare complicata da sanguinamento o ascessi, perforazioni, malttie infiammatorie croniche intestinali (IBD).
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