colecisti vie biliari

Una domanda che viene spesso posta da chi è affetto da litiasi della colecisti è: “ e dopo aver tolto la colecisti, cosa mi succede?” E’ abbastanza intuitivo che se un organo esiste, avrà una funzione. Il dubbio su cosa può succedere rimuovendo quest’organo è quindi del tutto legittimo. Vediamo dunque innanzitutto a cosa serve la colecisti. Questa piccola vescica è un organo accessorio alla via biliare, il condotto che dal fegato porta la bile al canale alimentare a livello del duodeno.

Il fegato è una grande ghiandola annessa al canale alimentare, che svolge un molteplicità di funzioni. In breve:

  • Produce molteplici proteine (azione anabolica)
  • Immagazzina nutrimento (zuccheri) sotto forma di glicogeno.
  • Svolge un’importante azione catabolica su centinaia di molecole
  • E’ una delle sedi di distruzione e riutilizzo delle cellule circolanti (globuli rossi)
  • Produce i Sali biliari, utili nella digestione a livello intestinale dei grassi.
  • Altre funzioni minori ma non meno importanti

Tutto questo per evidenziare il fatto che la bile, nella sua funzione digestiva, è un utile supporto ma è tutt’altro che fondamentale.

Solo i Sali Biliari hanno in effetti un ruolo nei processi digestivi. Le sostanze grasse introdotte con la dieta, nella soluzione acquosa che è in bolo alimentare, tendono a formare micelle abbastanza grosse (esattamente come l’olio versato in acqua). Gli enzimi digestivi prodotti dal pancreas possono agire ovviamente solo sulla superficie esterna di queste “bollicine” di grasso, impieando un certo tempo per distruggere digerendo le molecole in esse contenute.

I sali biliari agiscono spezzettando queste micelle e disintegrandole in particelle di grasso molto piccole: ecco che gli enzimi pancreatici hanno una grande superficie su cui agire, e la digestione dei grassi può avvenire con maggior velocità.

Si capisce quindi il perché di un organo in grado di ricevere la bile e concentrarla riassorbendo acqua nelle fasi interdigestive. Al momento dell’introduzione di cibo, la colecisti si contrae, rilasciando una gran quantità di sali biliari nell’intestino, con conseguente facilitazione dei processi digestivi.

Il lato negativo di questo meccanismo è che, con la concentrazione della bile, si concentrano anche le sostanze in soluzione che possono poi precipitare e dare origine ai calcoli: il colesterolo (un grasso, in gran parte prodotto dal fegato) e la bilirubina (un pigmento che proviene dalla distruzione dell’emoglobina).

Il meccanismo di produzione della bile da parte del fegato è però assolutamente indipendente da tutto ciò: la bile , con il suo contenuto di sali biliari, viene prodotta nelle 24 ore in maniera abbastanza costante e riversata nell’intestino come di consueto.

Dopo aver tolto la colecisti cosa succede a livello digestivo?

Dopo qualche tempo (in genere pochi mesi), si viene a creare un meccanismo di compenso a livello di tutto l’albero biliare, che nelle fasi interdigestive fa un pochino da serbatoio per la bile prodotta, e la rilascia più abbondante all’arrivo in duodeno del bolo alimentare. Il meccanismo d’azione dei sali biliari non viene quindi influenzato più di tanto.

Tutto questo meccanismo, come già detto, ha bisogno di alcuni mesi per stabilizzarsi. E’ quindi importante, per i primi tempi, attenersi a semplici accorgimenti alimentari per evitare spiacevoli fastidi.

Poiché sono gli alimenti ricchi di lipidi quelli che più risentono della mancanza della bile, la loro digestione sarà per un certo periodo di tempo rallentata e più difficoltosa. Gli alimenti da evitare sono ovviamente tutti i condimenti, gli insaccati ed i salumi ricchi di grasso, i formaggi (tutti), le uova. A tale proposito si ricorda che:

  • Non esistono formaggi magri! Si fanno con la panna, che è la parte grassa del latte. La cosa importante è ovviamente la quantità: un cucchiaino di parmigiano su un primo è normalmente molto più tollerato di una mozzarella. E la ricotta (fatta a partire dal siero di latte) è forse il formaggio che può dare meno problemi di tutti.
  • Le uova sono ricche di colesterolo e stimolano molto, quando presente, la contrazione della colecisti (assolutamente da evitare in presenza di coliche). Dopo l’intervento risultano piuttosto difficili da digerire, per i primi tempi.
  • Gli insaccati sono da evitare per il grasso presente in essi. Ovviamente la parte magra non crea problemi di digestione.

Dopo 15 giorni si può cominciare a reintrodurre questi alimenti nella dieta, e normalmente dopo 1-2 mesi si può tranquillamente riprendere la consueta alimentazione.

I sintomi più frequentemente associati ad una difficoltà digestiva sono senso di peso postprandiale, nausea ed eruttazioni. Qualche volta può comparire dolore addominale crampiforme, raramente accompagnato da scariche di diarrea.
Di solito è sufficiente un breve periodo di dieta (liquidi abbondanti, riso o pasta in bianco, ovviamente senza olio!) per ritornare ad un decorso regolare. Può essere necessario a volte un antispastico per ridurre l’eventuale dolore crampiforme.

Quali altri problemi possono insorgere senza colecisti?

Dolore

Anche nel decorso più regolare, bisogna pur sempre tener conto che ci sono delle ferite, per quanto piccole, che è stato maneggiato l’intestino ed è stato asportato un organo.

Di per sé, la tecnica laparoscopica permette di operare facendo piccole incisioni sulla parete addominale: solitamente si introducono 2-3 trocar da 5 mm e uno, a livello ombelicale, da 10 mm. Quest’ultima breccia viene chiusa da 1-2 punti, che possono dare fastidio e qualche dolore durante l’attività fisica nei primi giorni dopo l’intervento. Di solito è un dolore abbastanza lieve, che però può richiedere la somministrazione di farmaci antidolorifici per alcuni giorni.

Una causa piuttosto frequente di dolore nella prima giornata postoperatoria è dovuta alla distensione del diaframma da parte del gas utilizzato per insufflare l’addome. Il dolore può essere intenso, solitamente irradiato al dorso ed alla spalla dx, e spesso richiede un antidolorifico per un paio di giorni.

Complicanze

In caso di intervento in elezione, ovvero condotto nel momento migliore ed in assenza di complicazioni infettive acute o croniche, il decorso è solitamente rapido. Possono insorgere altri sintomi, ma in questo caso è opportuno escludere una possibile, per quanto rara, complicazione che la giustifichi. In caso di debolezza profonda, non altrimenti giustificabile, o di dolore addominale che non risponde ai farmaci, è ben andare a cercare un eventuale sanguinamento, che si può verificare anche alcune ore dopo l’intervento. Esami ematici ed ecografia sono in grado di evidenziare rapidamente un problema di tale tipo, che anche se raro non si può mai escludere dopo un intervento addominale.

In conclusione

La colecistectomia, eseguita in elezione ed in mani esperte, è un intervento che abitualmente richiede un ricovero breve, di 1-2 giorni, e che consente una rapida ripresa delle consuete attività. Il recupero fisico è rapido, ed in poche settimane le funzioni digestive tornano pienamente normali.

In presenza di colelitasi, anche minimamente sintomatica, il rischio operatorio è attualmente molto minore del rischio di complicazioni dovute alla presenza dei calcoli.

L’insorgenza di complicanze infettive ( colecistite ) richiede un intervento in urgenza, con grave aumento del rischio operatorio e della possibilità di dover terminare l’intervento in laparotomia, ovvero a pancia aperta. La migrazione dei calcoli in coledoco è associata a gravi complicanze quali l’ittero o la pancreatite, che necessitano di interventi più complessi e sono gravate da mortalità e complicanze non indifferenti.

Dott. Stefano Enrico

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