tumore colon retto

In Italia il tumore del colon-retto rappresenta la patologia oncologica al giorno d’oggi più frequente (14% del totale) Nel sesso maschile si trova al terzo posto, preceduto da prostata e polmone, mentre nel sesso femminile è ormai al secondo posto, preceduto dal tumore alla mammella. La neoplasia colorettale rappresenta inoltre la seconda causa di morte oncologica sia per gli uomini che per le donne, rispettivamente con il 10% nei maschi, 12% nelle femmine.
Negli anni si è osservato un moderato aumento dell’incidenza ed una moderata diminuzione della mortalità: ciò pare ragionevolmente attribuibile ai miglioramenti dei risultati terapeutici resi possibili sia dall’evoluzione di chirurgia e trattamento oncologico, sia dalla diagnosi precoce.

Abbiamo già visto nell'articolo “il tumore del colon-retto: prevenzione e diagnosi precoce” come sia possibile , nel caso della cosiddetta “prevenzione secondaria”, cogliere le lesioni della mucosa colica nella prime fasi della trasformazione tumorale, ovvero nella fase in cui la displasia cellulare è ancora iniziale e la lesione non ha ancora avuto il tempo di trasformarsi in lesione maligna (carcinoma).

Una buona parte di neoplasie viene però ancora diagnosticata solo in seguito all’insorgenza dei sintomi, che sono quelli che poi portano il paziente all’osservazione medica. Il quadro clinico è composto da:

Sanguinamento

Nelle fasi iniziali, il sintomo che più è evidente e spaventa il paziente, è senz’altro la presenza di sangue nelle feci. Bisogna però tenere conto che, fortunatamente, esistono molte patologie benigne che si manifestano con la presenza di sangue espulso per via rettale, sia sotto forma di sanguinamento vero e prorpio (rettorragia), che di tracce e matiche sulla carta dopo la defecazione (ematochezia).
Proprio per questo motivo, ovvero per la possibilità di trascurare un lesione grave, l’insorgenza di questo sintomo va sempre riferita al medico, ed è essenziale indagare sulla ciausa del sanguinamento.

Di solito, le lesioni tumorali sanguinano in maniera sporadica, quasi sempre senza altri sintomi di accompagnamento, a meno che il volume e della lesione non dia altri problemi: sarà quindi da tenere conto di ogni evidenza di sangue nelle feci, specialmente in età matura: ricordiamo che le neoplasie del colon-reto hanno una incidenza massima sopra i 60 anni di età.

Per contro, se la lesione si mette a sanguinare, bisogna tener conto che questo avviene nel lume dell’organo, ovvero in una zona in cui il vaso che sanguina può andare avanti a lungo prima che il sangue tenda ad essere espulso dall’ano: questo è tanto più vero quanto più la lesione è distante dall’ano.

Le lesioni del colon discendente, sigma e retto avranno quindi più spesso la possibilità di manifestarsi con sanguinamento rosso vivo, che spesso si mescola a feci ben formate rivestendole (laccatura ematica) o presentandosi a piccoli coaguli frammisti ad esse. A differenza della più comune patologia anorettale (emorroidi – ragadi), quasi mai è presente dolore, se non nelle lesioni specifiche dell’ano. E il fatto che non ci sia dolore può portare a sottovalutare il problema.

Le lesioni del colon destro, più lontane dall’ano, posso invece sanguinare più abbondantemente prima che il sangue venga espulso. Spesso il sintomo si manifesta proprio con l’espulsione di sangue scuro e coaguli, sovente misto a feci poco formate, simile a “marmellata di prugne”.

Alterazioni dell’alvo

La presenza di una neoplasia all’interno del lume colico, quando il volume e l’estensione della massa neoplastica diventano significativi, porta spesso ad alterazioni del normale modo di andare di corpo (alvo).

Nelle lesioni più distali, la presenza di abbondante muco nelle feci è molto frequente: la lesione lo produce in grande quantità e, se localizzata a livello del sigma-retto (l’ultimo tratto del colon), le perdite mucose possono essere decisamente evidenti, sia al momento dell’evacuazione che a riposo, soprattutto al mattino, dopo che per ore ha avuto tempo di accumularsi nel retto. Spesso inoltre il muco è striato di sangue.

Caratteristica è la comparsa del cosiddetto “ alvo alternante”, ovvero dall’alternarsi di periodi di stipsi di 2-3 giorni, seguiti poi da diarrea con abbondante espulsione di feci poco formate , con muco e tracce più o meno evidenti di sangue. Questo può avvenire anche con un ritmo più serrato, in cui nella stessa giornata avviene espulsione di feci dure e poi diarroiche, con muco e a volte sangue.

Calo di peso e debolezza

In tutte le neoplasie, la crescita tumorale porta a sottrarre nutrimento all’organismo. In più, quando viene colpito un organo digestivo come l’intestino, diventa abbastanza naturale che il paziente riduca l’apporto di cibo: tutto questo si evidenzia quasi sempre con un certo calo ponderale. Nel giro di pochi mesi la perdita di peso può essere evidente, nell’ordine di alcuni chili.
Non è ovviamente un sintomo specifico, ma associato a sanguinamento o disturbi del transito alimentare, deve allarmare e portare ad indagini diagnostiche approfondite: non è mai da considerare normale perdere 5-6 Kg in pochi mesi senza una volontaria restrizione alimentare (dieta).

Occlusione intestinale

Il colon a destra è normalmente largo e le feci a questo livello sono per lo più liquide. Durante il transito colico viene poi riassorbita una grande quantità di acqua, e le feci tendono quindi a compattarsi.
A livello del colon discendente e sigma, il viscere si fa quindi fisiologicamente più stretto.
A questo livello, ecco che una neoplasia che occupa gradualmente il lume intestinale può, in presenza di feci solide, dare un ostacolo al transito, che va da una stipsi marcata (che spesso di sblocca proprio con un’alternanza di alvo con fasi di diarrea) fino a veri e propri quadri di occlusione intestinale.

L’occlusione intestinale può rappresentare il quadro di esordio in circa il 20% dei tumori del colon, soprattutto a carico del colon sinistro.
E’ un evento acuto, che rappresenta un’urgenza chirurgica.: il paziente non riesce più ad andare di corpo e poi neanche a fare aria, l’intestino a monte del tratto stenotico si dilata, creando una forte distensione dolente dell’addome. Gradualmente, tutto l’intestino di blocca e si distende, fino al sintomo del vomito di materiale fecaloide.
Il quadro può essere talvolta tenuto sotto controllo con l’applicazione di un Sondino Nasogastrico, che permette di svuotare in parte il tratto iniziale dell’intestino (stomaco, duodeno e piccolo intestino). Contemporaneamente, si instaura una terapia medica (idratazione e riequilibrio endovena), volta a stabilizzare il paziente fino a poter fare gli esami che permettono di fare una diagnosi, se non della natura (tumore//diverticolite/Altro), almeno della sede dell’occlusione.
Segue quindi il trattamento chirurgico in urgenza differita, ovvero non appena le condizioni del paziente sono tali da permettere di operare, riducendo il più possibile il rischio legato al quadro clinico compromesso. In alcuni casi le condizioni cliniche non permettono però di attendere molto, ed il quadro va risolto con un intervento in urgenza.

Perforazione o ascesso

Il “cancro-ascesso” del colon è una temibile complicazione della neoplasia, che insorge quasi sempre in tumori avanzati, di volume importante. Ciononostante, a volte può essere il quadro di esordio clinico della neoplasia, soprattutto in pazienti anziani o con difese immunitarie compromesse.

In fase avanzata, il tessuto tumorale può andare in necrosi e dare origine ad ascessi o perforazione del viscere. Ne consegue inevitabilmente una grave peritonite, con diffusione di pus e materiale fecale nel cavo addominale. Il quadro rappresenta un’urgenza chirurgica non differibile, e va affrontato con un intervento chirurgico immediato.

In conclusione:

  • La diagnosi precoce del tumore del colonretto porta alla scoperta di gran parte delle neoplasie prima della fase clinica.
  • Ancora oggi, una buona parte dei tumori si rende evidente con sintomi che sono da tenere sempre ben presenti.
  • Non è normale e va sempre valutata attentamente la presenza di sangue o di una abnorme quantità di muco nelle feci, come pure l’alterazione del normale modo di evacuare.
  • In alcuni casi la neoplasia avnza inn maniera silente, specialmente negli anziani, fino ad esordire con quadri acuti come occlusione, perforazione, ascesso e peritonite, che impongono il trattamento in urgenza.

Dott. Stefano Enrico

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