sala operatoria per chirurgia ambulatoriale

Molte affezioni di interesse chirurgico possono essere trattate con un intervento ambulatoriale.

La chirurgia ambulatoriale si divide in semplice e complessa.

La chirurgia ambulatoriale semplice  può essere effettuata in un normale ambulatorio .
Consente l’effettuazione di determinati interventi che per la loro modesta complessità possono essere effettuati in regime ambulatoriale e non necessitano, in linea di massima, di esami di laboratorio o strumentali né dell’assistenza dell’anestesista. (“La chirurgia ambulatoriale”)

Con il termine chirurgia ambulatoriale complessa si intende la possibilità clinica, organizzativa ed amministrativa di effettuare interventi chirurgici od anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e semi-invasive praticabili senza ricovero, in anestesia topica, locale, loco-regionale e/o analgesia, (fino al II grado della scala di sedazione) su pazienti accuratamente selezionati. Sono comprese le prestazioni di chirurgia odontoiatrica in anestesia loco-regionale e tronculare effettuabili negli ambulatori/studi odontoiatrici, in quanto comportanti trascurabile probabilità di complicanze.

La chirurgia ambulatoriale complessa prevede quindi l’utilizzo di una vera sala operatoria, con dei protocolli di accesso ben precisi ed un breve ricovero di osservazione, non necessariamente in un letto (è sufficiente una poltrona, in cui il paziente possa riprendersi dall’intervento stando comodo e tranquillo per un breve periodo).
Le prestazioni chirurgiche non richiedono il ricovero, ma possono comportare la somministrazione, oltre che dell’anestesia loco e/o loco regionale, anche di vari gradi di sedazione, prevedendo il coinvolgimento diretto o la presenza nella struttura dello specialista in anestesia

La complessità del trattamento può essere dovuta a:

  • Necessità di usufruire di strumentazione particolare, disponibile solitamente in sala operatoria attrezzata
  • Necessità di monitorare le funzioni vitali del paziente, in caso di preesistente compromissione delle stato di salute o di patologie associate che possono essere scompensate dal trattamento chirurgico (ad esempio, la necessità di monitorare un paziente cardiopatico, in cui anche solo lo stress legato all’intervento può dare problemi
  • Complessità della manovra chirurgica, anche se comunque limitata (ad esempio, nella chirurgia dermatologica, può essere necessario effettuare impianti cutanei o eseguire lembi a copertura delle zone trattate).

A titolo di esempio, rientrano nella Chirurgia ambulatoriale complessa il trattamento dell’ernia inguinale semplice, delle varici degli arti inferiori e le flebectomie, l’asportazione di tumori di cute e tessuto sottocutaneo, la circoncisione.

In tutti questi casi il percorso prevede l’esecuzione preoperatoria di accertamenti ed esami ematici, la valutazione anestesiologica preoperatoria, l’accesso al reparto di osservazione, il trattamento chirurgico in sala operatoria ed un breve periodo di osservazione, fino alle dimissioni nel giro di poche ore, a volte anche di pochi minuti.
Il paziente verrà poi in ambulatorio a fare i controlli, le medicazioni se necessarie e la rimozione dei punti.

La normativa della Regione Piemonte prevede che le strutture siano in possesso dei requisiti previsti dalle vigenti disposizioni normative, sia generali per la struttura che specifiche per la sala chirurgica.
Ancora, sono necessari determinati requisiti impiantistici, tecnologici ed organizzativi al fine di garantire adeguati standard qualitativi e di sicurezza

Sono quindi necessari:
- una cartella ambulatoriale per ogni paziente che riporti ogni elemento riferito al paziente e a quanto allo stesso erogato nell’ambito dell’episodio di cura (diagnosi, condizioni cliniche, eventuali esami diagnostici, prestazioni effettuate, atto operatorio, prescrizioni terapeutiche, ecc.
- un registro operatorio ambulatoriale in cui sono riportati per ciascun paziente la diagnosi, la descrizione della procedura eseguita, l’eventuale tecnica di anestesia e/o sedazione e/o analgesia utilizzate, i nominativi e ruolo degli operatori, l’ora di inizio e fine della procedura. Il registro deve essere sottoscritto dal medico responsabile di branca specialistica dell’ambulatorio e ciascun intervento deve essere firmato dal chirurgo che lo ha effettuato.
- una relazione finale per ogni paziente, destinata al medico curante e consegnata all’utente (di cui una copia deve essere inserita nella cartella ambulatoriale), con l’indicazione del tipo di intervento/procedura eseguiti, delle eventuali tecniche sedative del dolore o del tipo di anestesia praticata, della diagnosi di ingresso, dei consigli terapeutici proposti, delle informazioni per l’eventuale gestione delle complicanze, nonché delle date per i successivi controlli.
- In caso di necessità un medico della struttura deve essere facilmente reperibile nelle 24 ore successive all’atto chirurgico (comprensive dei giorni festivi e prefestivi), nelle branche specialistiche operanti secondo modalità definite e rese note al paziente verbalmente e per iscritto.

In conclusione

  • Una grande quantità di interventi chirurgici può essere eseguita in regime di Chirurgia Ambulatoriale Complessa
  • Questa deve essere effettuata in strutture idonee dal punto di vista organizzativo ed assistenziale
  • Il livello di assistenza deve essere molto simile a quello ospedaliero
  • La selezione dei pazienti è fondamentale, sia dal punto di vista chirurgico che anestesiologico che assistenziale

Dott. Stefano Enrico

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