trombosi emorroidiUna delle cause più frequenti di spavento nel paziente è l’improvvisa comparsa di una tumefazione anale dolente: una trombosi emorroidaria.

Ovviamente, visto il notevole fastidio che si crea, con frequente impedimento a svolgere le normali attività, cresce rapidamente il livello di ansia verso una “cosa” che improvvisamente disturba – anche in modo notevole – la vita quotidiana.

Inoltre, il sentito dire popolare, e a volte anche la cattiva informazione di medici e farmacisti, che a volte non hanno mai visto il quadro clinico, portano spesso a previsioni catastrofiche su quanto sta succedendo.

C’è poi chi nega il problema e lo trascina avanti per settimane o mesi, complice l’ansia per una visita fastidiosa, eseguita per un problema oltremodo fastidioso, e la paura per un trattamento a volte descritto da amici e parenti come devastante.

In tutto questo cerchiamo di fare chiarezza.

La trombosi: cosa vuol dire

Semplicemente, in Medicina si parla di Trombosi per indicare la coagulazione del sangue in un vaso e/o cavità che normalmente lo contiene ed in cui normalmente esso fluisce.

Così, possiamo dire che qualsiasi vaso sanguigno può essere sede di trombosi, sia le vene che le arterie.

Ovviamente, a seconda della sede in cui ciò avviene, avremo dei danni a livello di quegli organi.

Nel distretto arterioso, le conseguenze avverranno a livello del tessuto che si trova a non ricevere più un adeguato flusso di sangue.
In una trombosi cerebrale, ad esempio, si occlude per formazione di un trombo un’arteria che porta sangue al cervello, con le gravi conseguenze di un ictus. A livello cardiaco, la trombosi di una coronaria (arteria per il muscolo cardiaco) può portare ad un infarto.

Nel distretto venoso, le conseguenze avverranno invece a livello del tessuto che si trova a valle ed in cui il sangue non riesce più a defluire.
In una trombosi venosa profonda delle gambe, ad esempio, , l’arto diventerà gonfio e dolente, con il rischio che parte dei coaguli si stacchi e vada a fare danno sul circolo polmonare (Tromboembolia polomonare). E così via.

Ovviamente si tratta di quadri clinici molto diversi tra loro, che richiedono quindi trattamento molto diversi e specifici per ognuno.

La trombosi emorroidaria: di cosa si tratta

Le emorroidi consistono in piccoli plessi di vene (come dei piccoli gomitoli), posti nel canale anale, in parte internamente, in parte esternamente.

Il volume di questi plessi varia molto da un individuo all’altro, come pure la prevalenza di tessuto all’esterno o all’interno del canale anale.

Può succedere che il sangue vada a coagularsi all’interno di questi vasi, spesso nella componente esterna, provocando così la formazione di una tumefazione bluastra, decisamente dolente e fastidiosa.

In casi più gravi, questo si associa a prolasso più o meno importante della componente interna, con ulteriore sua trombosi e difficoltà a tornare in sede.

La trombosi emorroidaria: fattori favorenti

Può succedere a chiunque di avere nella vita un episodio di trombosi emorroidaria, però ci sono fattori ed eventi che ne rendono più facile, frequente o grave l’insorgenza.

  • La stipsi e la costipazione.
    In caso di feci particolarmente solide, ne diventa difficile l’espulsione, che richiede spesso una spinta prolungata.
    In questi casi aumenta la pressione a livello del canale anale, ed il sangue venoso dei plessi emorroidari non riesce a scorrere e a defluire facilmente.
    Come spesso avviene in questi casi, facilmente il sangue fermo inizia a coagulare e a formare il quadro della trombosi.
  • Tutte le situazioni di posizione prolungata sul water.
    A volte succede che la “seduta” venga protratta a lungo per motivi che non c’entrano nulla con la defecazione.
    Basti pensare alla lettura di giornali, posta e giochi sul cellulare (cose che tutti negano, ma che sono in realtà piuttosto frequenti: almeno lì si sta tranquilli…)
  • I fenomeni di infiammazione locale.
    Il tessuto anale può infiammarsi con importanti crisi emorroidarie in seguito all’espulsione di feci acide, gastroenteriti, utilizzo di saponi irritanti.
  • I traumi.
    Oltre al trauma defecatorio, in caso di feci dure, a volte si ricorre a manovre manuali di estrazione delle feci (altra cosa che nessuno confesserebbe mai in pubblico, ma che è abbastanza frequente).
    Anche l’attività sessuale svolta a livello anale, se non condotta con adeguate accortezze, può creare un danno traumatico al tessuto emorroidario.
  • La sfortuna individuale: il tessuto emorroidario può andare incontro a trombosi anche in assenza di tutto ciò.

La trombosi emorroidaria: il trattamento

Trattamento in urgenza

In urgenza, in caso di trombosi emorroidaria, può essere sufficiente la semplice incisione in anestesia locale, con svuotamento dei coaguli, per risolvere la sintomatologia dolorosa.

E’ un piccolo intervento che viene fatto, previo ovviamente il consenso del paziente, in ambulatorio, al termine della visita.

Lo scopo è semplicemente quello di ridurre la tensione del nodo emorroidario e permettere l’evacuazione del coagulo.

A questo si associa sempre un adeguato trattamento medico di supporto, con farmaci specifici per le emorroidi e antidolorifici /antiinfiammatori.

Si ottiene di solito una più rapida risoluzione del quadro doloroso, con diminuzione di volume del nodo trattato.

Spesso la risoluzione del quadro acuto è pressochè completa, ma a volte il problema tende a recidivare a distanza di tempo.

Trattamento in elezione

In elezione, risolto il quadro acuto, possone verificarsi alcune situazioni:

  • Il tessuto guarisce bene ed il coagulo si riassorbe completamente, o residua una piccola marisca asintomatica: non si fa nulla e si vive normalmente.
  • Il tessuto guarisce bene ed il coagulo si riassorbe completamente, ma residua una grossa marisca sintomatica e fastidiosa: si può asportare con un intervento limitato.
  • Residua un’ emorroide grande e prolassante, oppure il quadro di trombosi tende a ripetersi periodicamente: è indicato un trattamento più radicale, volto ad eliminare fisicamente il tessuto prolassante (emorroidectomia)

In conclusione

Come sempre, la scelta del tipo di intervento deve tenere conto di tanti fattori, che dipendono dal quadro clinico, dalle aspettative del paziente, dalla esperienza del chirurgo

Non esiste un trattamento universale valido per tutti: sarà compito del Chirurgo Proctologo avere esperienza nei vari tipi di trattamento e stabilire quale sia il più indicato nel singolo caso.

Dott. Stefano Enrico

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