cisti sebacea

Tra le affezione della pelle e dei suoi annessi, la formazione di una cisti sebacea è un’evenienza piuttosto frequente. A livello del tessuto sottocutaneo si trovano delle piccole ghiandole che produco il sebo, un grasso che serve a proteggere l’epidermide.
In seguito all'occlusione del dotto di una ghiandola sebacea (sporcizia, detriti cutanei, piccoli traumi, cosmetici a pasta grassa non ben rimossi…), quest'ultima non è in grado di smaltire correttamente la  propria secrezione ed i detriti cellulari, che si raccolgono sviluppando la cisti. Si forma così una piccola tumefazione tondeggiante, che tende lentamente ad aumentare di volume.
Le cisti sebacee insorgono frequentemente a carico della cute più spessa e grassa, ovvero il cuoio capelluto, il dorso ed il viso. Se  non trattate e se non si infettano, le dimensioni di queste lesioni possono raggiungere i 3-5 cm di diametro.

Segni e sintomi

La cisti sebacea si presenta come una tumefazione tondeggiante in sede cutanea o sottocutanea, a margini lisci, parzialmente mobile e di consistenza teso-elastica. La crescita è lentamente progressiva fino ad alcuni centimetri di diametro. Di solito non è dolente, ma può essere fastidiosa per la sede in cui si sviluppa ed esteticamente poco gradevole.

Possibili complicanze

La complicanza più frequente cui vanno incontro queste cisti è l’infezione. La cute è abitualmente abitata da batteri, solitamente innocui. Quando però questi batteri trovano un buon terreno di coltura, ed il sebo che si raccoglie nelle cisti è un ottimo substrato, la crescita batterica può portare all’infezione della parete e della cute sede della lesione.
Si forma allora rapidamente un ascesso, con infiammazione della cute circostante e formazione di una raccolta di pus tesa e dolente, fluttuante al tatto, che tende ad aprirsi spontaneamente sulla superficie cutanea. In casi di grossi ascessi può insorgere una reazione sistemica dell’organismo, con febbre, sudorazione e malessere. Il dolore è però il sintomo principale, che sovente causa l’accesso del paziente al Pronto Soccorso.

Diagnosi

La diagnosi è essenzialmente clinica, essendo il quadro generalmente ben evidente e di facile interpretazione alla visita medica.

Trattamento

Il trattamento medico, sia locale che sistemico con antibiotici, non ha ragione di essere in casi di cisti non complicate.

La rimozione chirurgica, effettuabile senza problemi in ambulatorio in anestesia locale, è risolutiva.
E’ peraltro fondamentale rimuovere completamente la parete della cisti, possibilmente senza causarne la rottura. In questa evenienza, può essere necessaria una copertura antibiotica di alcuni giorni. Anche così, specialmente se il materiale inizia ad essere molto contaminato, la ferita chirurgica può suppurare e richiedere la rimozione dei punti e la guarigione per seconda intenzione, con medicazioni quotidiane per alcuni giorni.

In caso di ascesso, spesso il trattamento in urgenza consiste nella semplice evacuazione in anestesia locale del pus e nel lavaggio della cavità residua.
Seguono poi necessariamente ripetute medicazioni con garza e disinfettante, fino alla risoluzione del processo acuto ed alla guarigione della ferita. A volte, parte della capsula rimane adesa al tessuto cutaneo infiammato e può portare alla formazione di una ulteriore cisti recidiva. In tale caso, a guarigione avvenuta e senza aspettare la formazione di un ulteriore ascesso, è indicato asportare la cisti in fase di quiescenza.

Dott. Stefano Enrico

torna indietro chirurgo stefano enricoContatta il Dott. Enrico

 

Immagine copyright depositphotos\rob3000

Disclaimer

Il Dott. Stefano Enrico, chirurgo a Torino, propone in questo sito contenuti a solo scopo informativo che in nessun caso possono costituire la prescrizione di un trattamento, sostituire la visita specialistica o il rapporto diretto con il medico curante.
Il Dottor Enrico dichiara sotto la propria responsabilità che il messaggio informativo contenuto nel presente sito è diramato nel rispetto delle linee guida approvate dalla FNOMCeO inerenti l'applicazione degli artt. 55, 56 e 57 del Nuovo Codice di Deontologia Medica.