tumore stomaco

Lo stomaco è il primo tratto dell’intestino in cui inizia la digestione. Il suo ruolo è anche quello di fare da “serbatoio” per gli alimenti ingeriti: svuotandosi poco a poco permette di frazionare l’alimentazione in pochi pasti al giorno. Può essere affetto da diversi tipi di neoplasia, ma il più comune è il carcinoma, ovvero  il tumore che è dato alla proliferazione neoplastica  delle cellule della mucosa che riveste questo organo. Il cancro dello stomaco colpisce le persone a partire mediamente dai 45 anni di età, ma il 60% dei casi insorge sopra i 65 anni.
Tra i fattori predisponenti sono da ricordare, la familiarità, il consumo di cibi conservati sotto sale o affumicati, la infezione prolungata da Helicobacter pilori.
In Europa si verificano circa 190.000 nuovi casi ogni anno che rappresentano circa il 23% di tutte le neoplasie. L'incidenza è maggiore nei maschi e tra le classi sociali più basse, anche se è in rapida diminuzione (circa 5% ogni cinque anni).
In Italia si è verificata una importante diminuzione sia dell'incidenza sia della mortalità in entrambi i sessi. L’incidenza annua in Italia di questa neoplasia è di circa  8.100 casi  nei maschi e 5.500 nelle femmine : la neoplasia dello stomaco è quindi al quarto posto come frequenza dopo mammella, polmone, colonretto. 
Negli ultimi anni il numero di casi diagnosticati nei Paesi occidentali è in diminuzione, il fenomeno è dovuto probabilmente al miglioramento delle abitudini alimentari e alla riduzione della prevalenza dell’infezione da H. pylori. 

Il tumore dello stomaco di tipo intestinale  è il più frequente e colpisce in prevalenza gli uomini sopra i 50 anni. Si associa alla metaplasia intestinale, cioè alla trasformazione dell'epitelio gastrico in epitelio simile a quello intestinale. Questi tumori, di solito, si presentano come formazioni rivolte verso l'interno della cavità e con crescita espansiva.
Il tumore dello stomaco di tipo diffuso ha una frequenza inferiore e colpisce in modo indifferente uomini e donne di età più giovane, intorno ai 45 anni. Ha origine dalla mucosa gastrica normale etende a crescere penetrando nel tessuto, dando luogo a stenosi e ulcerazioni.

Come tutte le neoplasie maligne, le cellule tendono poi a diffondersi nell’organismo dando origine alle metastasi, ovvero a crescita tumorale a distanza dalla lesione primitiva. Questo avviene a livello dei linfonodi che drenano la linfa del tratto intestinale interessato dal tumore, intorno allo stomaco e lungo i vasi arteriosi che lo irrorano, e a livello di organi bersaglio cui le cellule arrivano per via ematica, essenzialmente fegato e polmoni.

Sintomi

 Il carcinoma gastrico nelle sue fasi iniziali è solitamente asintomatico e quindi molto difficile da riconoscere. I segni e sintomi del carcinoma gastrico includono:

  • Inappetenza
  • Perdita di peso
  • Senso di distensione addome anche dopo un pasto non abbondante
  • Dolore addominale in sede epigastrica, spesso non correlato con i pasti o continuo
  • Nausea e vomito, a volte con striature di sangue
  • Anemia progressiva

Questi sintomi sono di per sé aspecifici e possono essere causati anche da altre patologie addominali. La loro presenza, soprattutto se persistente o con scarsa risposta alla terapia, deve destare sospetto nel paziente e medico curante.

Diagnosi

In caso di sintomi correlabili alla malattia, l’esame strumentale di scelta per arrivare alla diagnosi, o anche per escludere la presenza di un tumore gastrico, è l’endoscopia (EsofagoGastroDuodenoscopia – EGDscopia).

 endoscopio per gastroscopia

Questo esame permette di visualizzare completamente la parete gastrica e – in presenza di una lesione – di effettuare le  biopsie della stessa.

Una volta posta la diagnosi di neoplasia gastrica, è indispensabile valutare la diffusione della malattia a livello locale e a distanza, ovvero effettuarne  la stadiazione. Gli esami strumentali che permettono di stadiare la malattia sono l’ecografia, la TAC con mezzo di contrasto di addome e torace, l’ecoendoscopia..

Cure e trattamenti

Il trattamento della neoplasia CR è multidisciplinare e si avvale di chirurgia, chemioterapia e radioterapia variamente integrate a seconda di tipo, sede, estensione locale e a distanza della neoplasia.

1 - Chirurgia

In caso di neoplasia aggredibile chirurgicamente in prima battuta, l’intervento consiste nell’ asportazione del tratto gastrico interessato, comprensivo dei vasi di apporto sanguigno e dei linfonodi ad essi annessi. Segue  il ripristino della continuità del transito intestinale con l’anastomosi (congiungimento) dei tratti rimanenti.

Nelle lesioni prossimali, l’exeresi interesserà tutto lo stomaco (gastrectomia totale), mentre nelle lesioni più distali ci si può limitare all’asportazione subtotale dell’organo (gastrectomia subtotale), generalmente meglio tollerata e con minor incidenza di complicazioni.

Anche nel caso dello stomaco, la tecnica Videolaparoscopica permette di effettuare questi interventi con un insulto chirurgico decisamente più limitato rispetto alle tecniche tradizionali ad addome aperto, essendo necessaria solo una piccola incisione per permettere l’estrazione del pezzo operatorio. La ripresa funzionale dell’organismo è decisamente più rapida, con recupero completo in pochi giorni, minor dolore  postoperatorio e rapida ripresa delle normali attività. Attualmente, la difficoltà maggiore sta nell’eseguire una linfadenectomia corretta in tempi operatori accettabili: in mani esperte, l validità oncologica della metodica è del tutto sovrapponibile per i risultati a quella tradizionale.

Dopo l’intervento, è importante riprendere l’alimentazione con una dieta frazionata, assumendo nella giornata piccoli pasti ripetuti. In caso di gastrectomia subtotale, il recupero di una alimentazione normale è solitamente più rapido, in quanto la piccola tasca di stomaco residuo è in grado di assolvere la funzione di serbatoio e si adatta in poco tempo a ricevere volumi di cibo pressochè normali.  

2 –Chemioterapia

La chemioterapia svolge un ruolo fondamentale sia nella malattia operabile sia in quella avanzata non operabile. In caso di malattia avanzata nota prima dell’intervento, agli esami di stadiazione, è indicato eseguire preoperatoriamenteuna terapia neoadiuvante, allo scopo di ridurre la dimensione e la diffusione del tumore.
In base all’esame istologico, se positivo per invasione linfonodale ed in caso di tumore particolarmente aggressivo, viene proposto  un trattamento chemioterapico cosiddetto adiuvante, cioè effettuato dopo l'intervento chirurgico per diminuire il rischio di recidiva.
Un ruolo importante, associato alla chemioterapia classica, è rivestito dall’utilizzo di farmaci biologici, che sensibilizzando le cellule neoplastiche sono in grado di aumentare la risposta ai farmaci impiegati negli schemi classici.

3 - Radioterapia

Nel tumore dello stomaco avanzato, la radioterapia sia pre- sia post- operatoria, a seconda delle indicazioni, svolge un ruolo fondamentale in quanto in grado di ridurre in maniera statisticamente significativa le recidive locali e di allungare la sopravvivenza .

Dott. Stefano Enrico

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