Cosa è l'ernia crurale
In questo tipo di ernia si assiste alla fuoriuscita di un viscere ( parziale o più o meno estesa) dalla cavità che naturalmente lo contiene, attraverso un orifizio ( porta) che questa volta si forma al di sotto del legamento inguinale, alla radice della coscia.
In questa zona passano i grossi vasi sanguigni che dall’addome portano sangue all’arto inferiore, e proprio in prossimità di essi si può creare una lacuna tissutale attraverso cui il grasso ed i visceri addominali possono protrudere e formare un0ernia.
Cause e fattori predisponenti
Nella zona femorale o crurale la lacuna è solitamente piuttosto piccola, per cui raramente queste ernie raggiungono grosse dimensioni.
Oltre alla spinta addominale prolungata (stipsi – tosse cronica – gravidanza), un fattor edi rischio può essere un improvviso dimagrimento in persone prima sovrappeso. Riducendosi i tessuto adiposo anche in questa zona, la lacuna può ingrandirsi e permette l’impegno dei visceri addominali.
Sintomi
Una volta che il viscere si fa strada nel canale femorale (crurale), si rende evidente come una tumefazione sottocutanea, particolarmente evidente nei soggetti magri.
Essendo la porta erniaria solitamente piccola, spesso è solo il grasso addominale preperitoneale che protrude. In questi casi il sintomo principale è dato dalla comparsa di una piccola tumefazione alla radice della coscia, non sempre riducibile e quindi talvolta difficile da distinguere da un linfonodo ingrandito in tale sede.
Talvolta è però un’ansa intestinale ad erniare in maniera più o meno completa, causando sintomi ben più importanti. Oltre alla tumefazione locale, vista l’esiguità dell’orifizio erniario, quando ernia un’ansa intestinale spesso si associano dolore e disturbi di transito, fino ad un vero e proprio quadro di occlusione intestinale.
Diagnosi
La diagnosi di ernia crurale è essenzialmente clinica.
L’ecografia è di sicuro aiuto nel differenziare il contenuto dell’ernia, ovvero grasso addominale o ansa intestinale.
Rischi
La presenza di un’ernia crurale è solitamente mal tollerata: essendo la porta erniaria piccola, il dolore all’impegno dei tessuti è spesso significativo, e conduce più rapidamente alla valutazione da parte del medico. I problemi più gravi arrivano in presenza di complicanze. Il viscere erniato può “incastrarsi” fisicamente e non essere più riducibile in addome: l’ernia viene definita appunto non riducibile e diventa importante operare in tempi brevi. Se la parte erniata è solo il grasso addominale (omento), l’intervento deve essere precoce il più possibile, senza però ancora carattere di urgenza.
Le cose cambiano se ad erniare è un tratto di intestino. In questo caso può essere ostacolato il transito degli alimenti, con un quadro di occlusione intestinale. L’ernia si definisce allora intasata, e diventa un’indicazione precisa all’intervento in urgenza. L’addome diventa disteso e dolente, ed il ristagno di materiale intestinale porta in breve a vomito ed impossibilità ad alimentarsi.
Anche nell’ernia crurale il quadro più grave si ha con lo strozzamento del viscere erniato, ovvero con l’interruzione della circolazione sanguigna. In questa sede è un’evenienza più frequente, proprio per lo scarso spazio in cui si impegna l’intestino. Nel giro di poche ore il tratto di intestino interessato soffre fino ad andare in necrosi e perforarsi. Il quadro è allora dominato dal dolore e dai sintomi di occlusione. L’indicazione all’intervento è decisamente di urgenza, e a volte la sofferenza del viscere porta alla necessità di aprire l’addome e fare una resezione del tratto interessato: da una patologia di entità lieve si arriva a rischiare la vita e a dover effettuare un intervento importante, dal decorso a volte non semplice.
Cure e trattamenti
Non esiste un trattamento medico o conservativo per trattare un’ernia crurale. Sistemi contenitivi quali mutande elastiche o cinti erniari son assolutamente inutili e possono al più servire a dare un modesto sostegno in attesa dell’intervento, oppure come palliazione in pazienti molto anziani e con gravissime patologie che controindicano l’intervento.
Il trattamento dell’ernia crurale (femorale) è solo chirurgico.
Il trattamento più semplice consiste nell’andare a reperire l’orifizio crurale, ridurre il grasso o il viscere erniato in addome e posizionare un “plug” di rete fatto ad ombrellino al suo interno, fissato con un punto. Segue poi la sutura dell’anello crurale con 2 punti in materiale non riassorbibile, che permettono la completa chiusura dell’orifizio erniario. Il tutto viene eseguito solitamente in anestesia locale o spinale, in regime di Day Hospital. L’intervento appare quindi di basso impatto per il paziente, e può quindi essere proposto anche a pazienti molto anziani o con patologie concomitanti che controindicano un’anestesia generale.
Anche l’ernia crurale può essere trattata in laparoscopia, ma non appare adeguato il rischio operatorio per utilizzare questa tecnica di default.
L’indicazione è quindi a trattare in questo modo solo i casi in cui è associata un’ernia inguinale, essendo possibile con una sola protesi posizionata per via laparoscopica trattare entrambi i difetti di parete in un unico tempo.
La ripresa dell’attività fisica di tutti i giorni è solitamente rapida, anche se l’attività sportiva o il lavoro pesante richiedono almeno un mese di convalescenza prima di poter essere ripresi.
Dott. Stefano Enrico
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